Introduzione
In un contesto economico e sociale in costante trasformazione, il welfare aziendale non è più solo un plus per le aziende, ma una componente strategica imprescindibile. Tra le diverse forme di welfare disponibili, i buoni welfare emergono come uno degli strumenti più flessibili, efficaci e vantaggiosi, sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori.
Che cosa li rende così appetibili? La loro capacità di conciliare benefici concreti e vantaggi fiscali, garantendo allo stesso tempo ampia libertà di utilizzo ai dipendenti.
Questa guida ti accompagnerà alla scoperta di:
- cosa sono i buoni welfare;
- come funzionano realmente;
- quali vantaggi offrono a dipendenti e aziende;
- come Welfarebit può supportarti nella creazione di piani welfare su misura, con soluzioni innovative di welfare territoriale.
Investire nel Welfare Aziendale, utilizzando i buoni welfare, significa oggi:
- migliorare il benessere dei dipendenti;
- incentivare la produttività;
- fidelizzare i talenti in forza;
- attrarre nuovi talenti;
- ottimizzare i costi aziendali.
Se sei un manager, un amministratore, un responsabile delle risorse umane o un titolare di una PMI questo articolo può esserti utile per capire cosa sono i buoni welfare aziendale, a cosa servono, come possono essere impiegati e quali benefici offrono sia alle aziende che ai dipendenti.
⚡ Nota pratica: Considerata la continua evoluzione normativa, è fondamentale avvalersi di welfare provider esperti come Welfarebit per strutturare un piano welfare efficace e 100% compliant.
Table of Contents
Cosa sono i buoni welfare
I buoni welfare sono documenti di legittimazione, disponibili in formato cartaceo o elettronico, con un valore nominale predefinito, che il datore di lavoro eroga ai dipendenti nell’ambito di un piano di welfare aziendale.
Questi strumenti consentono l’accesso a una vasta gamma di beni, prestazioni, opere e servizi, come previsto dall’articolo 51, commi 2 e 3 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) (Fonte: Normattiva – TUIR art. 51).
Il loro funzionamento è simile a quello dei buoni pasto, ma offre una maggiore flessibilità nella scelta delle spese ammissibili.
La caratteristica principale dei buoni welfare è che, se rispettano le condizioni stabilite dal TUIR, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente. Questo garantisce un vantaggio fiscale sia per l’azienda sia per il dipendente.
In linea generale, i buoni welfare danno diritto all’erogazione di un solo bene, prestazione o servizio per l’intero valore nominale, senza possibilità di integrazione con somme di denaro.
Eccezione: i buoni multiservizio, che includono più beni e servizi, sono ammessi purché il valore complessivo non superi i limiti stabiliti dalla normativa (es. 258,23 euro, o 1.000/2.000 euro per i fringe benefit nel 2025).
Caratteristiche essenziali dei buoni welfare
Per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali, i buoni welfare devono rispettare alcune condizioni fondamentali:
- essere nominativi: devono riportare chiaramente il nome del beneficiario;
- non essere cedibili: non possono essere trasferiti o ceduti a terzi;
- non essere convertibili in denaro: non è possibile trasformarli in denaro contante;
- essere destinati a finalità specifiche previste dall’articolo 51, commi 2 e 3 del TUIR.
Finalità ammesse per l’utilizzo dei buoni welfare
I buoni welfare possono essere utilizzati per l’acquisto di:
- servizi di educazione e istruzione, anche per i familiari;
- servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti;
- abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale;
- spese mediche e assistenza sanitaria integrativa;
- previdenza complementare;
- attività ricreative e culturali;
- beni e servizi in natura (come buoni spesa), entro limiti di valore stabiliti.
Deducibilità aziendale: il ruolo dell’articolo 100 del TUIR
Dal punto di vista fiscale, oltre all’articolo 51 del TUIR, è importante considerare l’articolo 100: le spese sostenute dall’azienda per opere o servizi di utilità sociale (educazione, istruzione, assistenza, ricreazione) sono deducibili dal reddito d’impresa.
La deducibilità è:
- limitata al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente, se l’erogazione è volontaria;
- totale, se l’erogazione è prevista da contratto collettivo, accordo o regolamento aziendale.
👉 Questo rende i buoni welfare uno strumento altamente vantaggioso anche dal punto di vista della gestione fiscale aziendale.
Differenza tra buoni welfare e altri strumenti aziendali
Non bisogna confondere i buoni welfare con:
- Buoni pasto: legati solo al consumo di pasti e soggetti a limiti giornalieri.
- Fringe benefit: concessi a discrezione dell’azienda ma con determinate soglie di esenzione e limitazioni (Fonte: Agenzia delle Entrate – Fringe benefit).
👉 I buoni welfare rientrano in piani di welfare aziendale più strutturati, sono fiscalmente più vantaggiosi e coprono una gamma di spese molto più ampia.
Come funzionano i buoni welfare?
I buoni welfare si inseriscono in un meccanismo semplice ma regolamentato, pensato per garantire ai dipendenti il massimo beneficio fiscale e all’azienda il massimo vantaggio economico.
Il funzionamento dei buoni welfare segue due grandi fasi:
- l’erogazione da parte dell’azienda;
- l’utilizzo da parte del dipendente.
Fase 1: Erogazione da parte dell’azienda
L’azienda può decidere di assegnare i buoni welfare ai dipendenti:
- una tantum, come sostituzione del premio di risultato;
- ricorrentemente, integrandoli in un piano welfare strutturato.
Tipologie di erogazione
- Voucher cartacei: buoni fisici utilizzabili presso esercenti convenzionati.
- Voucher digitali: buoni elettronici da spendere tramite piattaforme online o app dedicate.
In ogni caso, l’importo erogato deve rispettare i limiti fiscali annuali per restare esente da tassazione.
Fase 2: Utilizzo da parte del dipendente
Una volta ricevuti i buoni, il dipendente può:
- accedere alla piattaforma welfare messa a disposizione dall’azienda o dal provider;
- scegliere il bene o servizio desiderato tra quelli disponibili (salute, istruzione, sport, cultura, ecc.);
- generare un buono elettronico o stampare un voucher cartaceo;
- spendere il buono presso i fornitori convenzionati.
Il caso Welfarebit: utilizzo semplice e flessibile
Con Welfarebit, i dipendenti possono:
- accedere a una piattaforma online intuitiva;
- visualizzare il saldo disponibile;
- selezionare esercizi convenzionati sul territorio;
- generare i buoni in tempo reale.
Vantaggi pratici:
- libertà totale di scelta;
- nessuna limitazione geografica o settoriale;
- monitoraggio immediato delle spese;
- più alta percentuale di utilizzo dei benefit.
Welfarebit semplifica anche il lavoro delle aziende, offrendo report automatici per la compliance fiscale, e valorizza l’economia locale favorendo un maggiore radicamento territoriale.
Categorie di spesa dei buoni welfare
Una delle principali forze dei buoni welfare è la straordinaria flessibilità d’uso.
I dipendenti possono utilizzarli in molteplici settori della loro vita quotidiana, migliorando salute, cultura, mobilità, formazione e benessere familiare.
Vediamo nel dettaglio tutte le categorie di spesa ammesse dalla normativa vigente.
1. Salute e benessere
Investire nella salute dei dipendenti non è mai stato così semplice. I buoni welfare possono essere utilizzati per:
- visite mediche specialistiche (es. cardiologia, ortopedia, oculistica);
- trattamenti fisioterapici, osteopatici e riabilitativi;
- abbonamenti a palestre, centri fitness e piscine;
- cure termali e trattamenti di benessere certificati.
👉 Esempio pratico:
Un dipendente può utilizzare i buoni welfare per acquistare un abbonamento annuale in palestra, migliorando il suo stato di salute fisico e mentale.
2. Educazione e istruzione
L’istruzione è un pilastro fondamentale del welfare. Spese ammesse:
- rette scolastiche per scuole dell’infanzia, primarie, secondarie e università;
- libri di testo scolastici e materiali didattici;
- corsi di lingua straniera;
- master post-laurea e corsi di specializzazione.
👉 Esempio pratico:
Un dipendente può utilizzare i buoni welfare per pagare la retta della scuola materna del figlio o iscriversi a un corso di inglese avanzato.
3. Cultura e tempo libero
Anche il tempo libero rientra tra le categorie di spesa ammesse. Spese ammesse:
- abbonamenti a cinema, teatri, musei;
- iscrizioni a corsi di musica, danza, pittura;
- biglietti per eventi sportivi e culturali.
👉 Esempio pratico:
Un lavoratore può usare i suoi buoni welfare per acquistare un abbonamento annuale a un teatro della propria città, favorendo l’arricchimento culturale.
4. Beni e servizi per la famiglia
La cura della famiglia è una priorità. Spese ammesse:
- asili nido, scuole materne e babysitter certificati;
- servizi di assistenza agli anziani (badanti, case di riposo);
- centri estivi e colonie per bambini.
👉 Esempio pratico:
Un dipendente può utilizzare il valore dei buoni welfare per coprire una parte della retta dell’asilo nido del proprio figlio.
5. Mobilità e trasporti
L’obiettivo è incentivare una mobilità più sostenibile. Spese ammesse:
- abbonamenti a mezzi pubblici (bus, metro, treni locali);
- car pooling aziendale;
- bike sharing.
👉 Esempio pratico:
Un dipendente può usare i buoni welfare per pagare l’abbonamento annuale alla metropolitana, risparmiando sui costi di trasporto quotidiano.
I vantaggi dei buoni welfare per le aziende
L’adozione di un piano di welfare aziendale che preveda l’erogazione di buoni welfare non è soltanto una forma di attenzione verso i propri dipendenti: rappresenta una vera e propria strategia aziendale vincente.
Vediamo perché.
1. Vantaggi fiscali e contributivi dei buoni welfare
Uno dei principali motivi per cui sempre più aziende adottano i buoni welfare è il risparmio fiscale. Secondo il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi):
- le spese sostenute per i buoni welfare sono totalmente deducibili dal reddito d’impresa;
- i buoni welfare rientrano tra i flexible benefits (art. 51 comma 2 TUIR), che non sono soggetti a contribuzione previdenziale né a imposizione fiscale entro i limiti previsti (1.000€ o 2.000€ annui, secondo la Legge di Bilancio 2025).
2. Incentivo alla produttività e al coinvolgimento
Numerosi studi e indagini sul welfare aziendale, dimostrano che l’introduzione di piani di welfare aziendale:
- aumenta la motivazione e il senso di appartenenza dei dipendenti, in quanto percepiscono di essere valorizzati;
- riduce l’assenteismo e i relativi costi di inefficienza;
- migliora la produttività complessiva dei dipendenti, rendendoli più efficienti, entusiasti e motivati.
3. Attrazione e fidelizzazione dei talenti
Oggi il mercato del lavoro è sempre più competitivo: i migliori talenti scelgono aziende che offrono più di una buona retribuzione. Offrire buoni welfare:
- rende l’azienda più attrattiva agli occhi dei candidati;
- riduce il tasso di turnover;
- consolida il brand come employer of choice.
4. Personalizzazione del pacchetto retributivo
Con i buoni welfare, l’azienda può personalizzare i benefit in base alle esigenze reali della propria forza lavoro:
- dipendenti giovani ➔ più benefit su formazione e tempo libero;
- dipendenti senior ➔ più focus su salute e assistenza familiare.
I vantaggi dei buoni welfare per i dipendenti
Se per l’azienda i buoni welfare rappresentano una soluzione fiscale ed economica vincente, per i lavoratori costituiscono un’opportunità concreta di miglioramento della propria qualità di vita, senza costi aggiuntivi.
Vediamo tutti i principali benefici lato dipendente.
1. Aumento reale del potere d’acquisto
Grazie al trattamento fiscale favorevole previsto dall’articolo 51 del TUIR, i buoni welfare:
- non concorrono a formare reddito imponibile;
- non sono soggetti a contributi previdenziali;
- non vengono tassati entro le soglie previste.
👉 Esempio pratico:
Un premio aziendale di 800€ erogato come buono welfare sarà percepito interamente dal dipendente, mentre se fosse erogato in busta paga netta si ridurrebbe a circa 500€ dopo tasse e contributi.
2. Miglioramento del work-life balance
L’accesso a beni e servizi che favoriscono il benessere personale aiuta a:
- ridurre lo stress;
- migliorare la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata;
- aumentare la soddisfazione generale.
👉 Esempio pratico:
Un dipendente che utilizza i buoni welfare per iscriversi a un corso sportivo vicino casa migliora il suo equilibrio psicofisico, con effetti positivi anche sulla produttività.
3. Ampia libertà di scelta
I buoni welfare consentono ai dipendenti di:
- scegliere liberamente come utilizzare il proprio credito;
- personalizzare i benefit in base alle esigenze personali e familiari.
👉 Esempio pratico:
Un giovane lavoratore senza figli potrebbe preferire spendere i buoni per abbonamenti a palestre e corsi di lingue, mentre un genitore potrebbe optare per il pagamento delle rette scolastiche dei figli.
Con Welfarebit, questa libertà è massima grazie al modello di welfare territoriale, che consente di convenzionare non solo grandi catene ma anche attività locali.
4. Nessun costo a carico del dipendente
I buoni welfare:
- sono finanziati interamente dall’azienda;
- non riducono lo stipendio netto del lavoratore;
- non comportano spese extra o trattenute.
👉 Esempio pratico:
Un dipendente riceve buoni per coprire l’abbonamento ai trasporti pubblici per un intero anno senza spendere nulla di tasca propria.
Confronto tra buoni welfare e Fringe benefit: differenze e opportunità
Nel mondo dei benefit aziendali si fa spesso confusione tra buoni welfare e fringe benefit. Eppure, dal punto di vista normativo, fiscale e pratico, ci sono differenze molto rilevanti che è fondamentale conoscere per scegliere lo strumento più adatto.
Differenze principali tra buoni welfare e fringe benefit
Caratteristica | Buoni Welfare | Fringe Benefit |
Normativa di riferimento | Art. 51 del TUIR | Art. 51, c. 3 del TUIR |
Erogazione | Inserita in un piano welfare aziendale | Concessione unilaterale o contrattuale |
Soglia di esenzione fiscale | Esente per beni e servizi rientranti in “finalità welfare” e se destinati alla generalità o a categorie omogenee di dipendenti | La soglia ordinaria di 258,23€ (indipendente dalla finalità delle spese) è innalzata, per il triennio 2025-2027, a 1.000€ per i dipendenti senza figli a carico o 2.000€ i dipendenti con figli a carico e limitatamente ad alcune finalità di spesa |
Tipologia di spesa | Beni e servizi specifici: salute, istruzione, tempo libero, famiglia, previdenza, attività ricreative e culturali | Oltre ai classici beni e servizi in natura (es. buoni acquisto, auto aziendali, buoni carburante), le novità includono utenze domestiche (acqua, luce, gas), spese affitto prima casa, interessi passivi sul mutuo prima casa |
Conversione in denaro | Vietata | Vietata |
Beneficio fiscale | Esenzione totale se rispetta finalità welfare e criteri di destinazione | Esenzione solo entro le soglie annue previste |
Contributi previdenziali | Non dovuti | Non dovuti entro le soglie annue |
Approfondimento: perché i buoni welfare sono più vantaggiosi
I buoni welfare offrono diversi vantaggi alle aziende:
- se i buoni sono utilizzati per finalità previste dalla normativa (salute, istruzione, ecc.), non c’è alcun rischio di contestazione fiscale;
- permettono di costruire un piano di welfare strutturato, migliorando il clima aziendale e l’immagine dell’impresa.
Quando scegliere i buoni welfare rispetto ai fringe benefit?
Scegli i buoni welfare se:
- vuoi offrire una gamma di servizi più ampia e mirata al benessere del dipendente;
- vuoi accedere a un’esenzione fiscale più ampia e sicura;
- vuoi migliorare la soddisfazione e il work-life balance dei dipendenti.
Scegli fringe benefit se:
- vuoi dare al dipendente beni e servizi in natura specifici (es. buoni acquisto, auto aziendali, buoni carburante);
- vuoi sostenere il dipendente con il pagamento delle utenze domestiche (acqua, luce, gas), delle spese per l’affitto della prima casa, degli interessi passivi sul mutuo prima casa;
- hai esigenze di benefit molto puntuali o legate a mezzi e strumenti di lavoro.
👉 Consiglio pratico:
Integrare entrambe le formule può essere una strategia vincente: fringe benefit per esigenze operative, buoni welfare per valorizzare il benessere personale.
Errori da evitare nell’utilizzo dei buoni welfare
Per mantenere l’esenzione fiscale è importante:
- spendere i buoni solo per le categorie previste dalla normativa;
- utilizzare buoni nominativi senza cessione a terzi;
- conservare ricevute o documentazione dove richiesto.
👉 Consiglio pratico:
Verifica sempre la conformità del servizio scelto alle regole aziendali e fiscali!
Conclusione: buoni welfare, un investimento strategico per il futuro aziendale
In uno scenario lavorativo sempre più dinamico e competitivo, offrire buoni welfare ai propri dipendenti è molto più di una semplice agevolazione fiscale: è una strategia di crescita aziendale basata sul benessere e sulla sostenibilità sociale. Adottare i buoni welfare significa:
- investire nelle persone, migliorandone la qualità della vita;
- aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti in modo intelligente;
- ridurre il carico fiscale e contributivo dell’azienda;
- costruire una reputazione aziendale moderna, attrattiva e solida.
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Domande Frequenti (FAQ)
Come funzionano i buoni welfare?
I buoni welfare vengono erogati dall’azienda ai dipendenti come credito personale da utilizzare per beni e servizi specifici previsti da un piano welfare aziendale. I lavoratori possono spenderli tramite piattaforme digitali o voucher cartacei presso esercizi convenzionati. I buoni devono essere nominativi, non cedibili e usati per finalità ammesse dalla normativa.
Dove posso spendere i buoni welfare?
I buoni welfare possono essere utilizzati per pagare:
– rette scolastiche;
– cure sanitarie;
– attività sportive;
– abbonamenti a mezzi pubblici;
– servizi di assistenza familiare;
– attività culturali e ricreative.
Con Welfarebit, i dipendenti possono convenzionare attività locali senza vincoli di rete predefiniti, aumentando la libertà di utilizzo.
Quando spettano i buoni welfare?
I buoni welfare spettano ai dipendenti in base a:
– decisioni unilaterali dell’azienda;
– accordi aziendali;
– contrattazione collettiva.
Generalmente vengono concessi a dipendenti a tempo indeterminato, ma possono essere estesi anche a lavoratori part-time o a termine, purché rispettino il criterio di omogeneità previsto dalla legge.
Quanto è il bonus welfare?
Il valore massimo esente da tassazione per i buoni welfare, secondo la Legge di Bilancio 2025, è:
– 1.000 euro per tutti i dipendenti,
– 2.000 euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico.
In caso di superamento dei limiti indicati, l’intero valore dei benefit erogati al lavoratore sarà soggetto a tassazione ordinaria, secondo quanto previsto dall’art. 51, comma 3, ultimo periodo, del TUIR.
I buoni welfare possono essere trasformati in denaro?
No, i buoni welfare non possono essere convertiti in denaro né ceduti a terzi.
Devono essere utilizzati esclusivamente per acquistare beni e servizi previsti dalla Normativa di riferimento (TUIR) e dal piano di welfare aziendale.
È possibile scegliere liberamente come spendere i buoni welfare?
Sì, uno dei vantaggi principali dei buoni welfare è la libertà di scelta che offrono ai dipendenti, a patto che i beni o i servizi acquistati rientrino tra quelli ammessi dalla normativa fiscale.
Con Welfarebit, la gamma di esercizi convenzionabili è estremamente ampia, aumentando ulteriormente la libertà di utilizzo.