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Welfare Aziendale e Quiet Quitting

Quiet Quitting: come affrontare il fenomeno con il Welfare Aziendale

Dipendenti svogliati, poco o per nulla coattivi, decisamente restii ad assumersi qualsivoglia responsabilità e orientati a svolgere le mansioni strettamente indispensabili… un profilo che rimanda al fenomeno del Quiet Quitting. Una questione globale, come testimonia un trend da oltre 800 milioni di visualizzazioni su Tik Tok, che ogni Responsabile delle Risorse Umane deve approfondire e considerare come una priorità.

Chi pensa che in Quiet Quitting, o “abbandono silenzioso” sia una solo una questione economica sbaglia e rischia di non affrontare con i giusti strumenti un problema che attiene prima di tutto ai nuovi e più articolati bisogni che le persone vivono portano negli ambienti di lavoro.
Una maggiore ricerca di flessibilità e la possibilità di conciliare vita privata e lavorativa sono gli elementi chiave, ma performance e attitudine dipendono anche dalla qualità del contesto.

La scelta di lavorare lo stretto necessario per non perdere il posto non è, però, sempre imputabile esclusivamente al dipendente. Secondo la Harvard Business Review, infatti, la volontà del collaboratore è strettamente correlata con la capacità del manager di “fare squadra” e di conciliare gli obiettivi aziendali col benessere individuale e collettivo dei propri dipendenti. Un obiettivo tutt’altro che scontato se pensiamo che il report 2023 State of Global Workplace di Gallup evidenzia che, in Europa, solo il 13% dei dipendenti si ritiene davvero coinvolto nella propria attività lavorativa (negli stati Uniti, in Canada e in Sud America il 31%).

Blog Quiet Quitting 2 Welfare Aziendale e Quiet Quitting

Il Welfare Aziendale può rappresentare un ingrediente fondamentale per la “cura” del Quiet Quitting, favorendo work-life balance, mettendo a disposizione beni e servizi, aumentando il potere d’acquisto delle famiglie, contribuendo sensibilmente al benessere aziendale.

Insomma, la strategia di un buon HR non può che basarsi sulla valorizzazione delle risorse umane, l’offerta di un welfare di qualità e sulla promozione del coinvolgimento dei dipendenti.
Non è solo una questione di performance, progetti e obiettivi. In gioco c’è la stessa immagine aziendale. È ormai noto, infatti, come i migliori Brand Ambassador siano proprio i dipendenti che rappresentano, nelle loro relazioni sociali, professionali e digitali, dei veri e propri portavoce: un’unica figura in cui si incontrano funzioni di dipendente, commerciale e marketing.


Quale potrebbe essere un testimonial migliore di un collaboratore motivato, gratificato ed entusiasta del proprio Brand? È il concetto di Employee Advocacy che, peraltro, risulta molto efficace nei confronti dei clienti e del mercato ma anche per l’attrazione di nuovi talenti.


Quanta System Spa e Welfarebit:
sei anni di cammino insieme
per un Welfare Aziendale davvero innovativo

Sei anni di cammino insieme sono un pezzo di storia importante per Welfarebit. Quanta System Spa è uno dei nostri committenti storici: un’azienda leader nella produzione di laser e sistemi laser per un’ampia gamma di applicazioni scientifiche, mediche e industriali.


Con Quanta System condividiamo un pezzo di strada dal giugno 2018 ma anche una precisa filosofia che unisce approccio globale e focus locale. Per l’azienda di Samarate la creatività e ricerca italiana si uniscono alla metodologia e la tradizione dell’industria ottica tedesca, il marketing orientato in stile americano e il modello di distribuzione spagnolo di successo; per Welfarebit c’è l’impegno costante nel focalizzare le ricadute dei Piani di Welfare Aziendale sui territori di riferimento dei clienti grazie al nostro Portale On-Demand. 

sede quanta system Welfare Aziendale e Quiet Quitting
Nell’immagine la sede della Quanta System Spa.

Anche in quest’ottica, nelle scorse settimane i nostri Welfare Specialist hanno riunito in una due giorni di formazione e informazione i 272 dipendenti di Quanta System. Un momento per approfondire possibilità e vantaggi del piano di welfare strutturato dall’azienda che, attraverso uno specifico contratto integrativo, mette a disposizione per ciascuno dei propri collaboratori 3.000 euro di budget. 

Si tratta di una pianificazione ambiziosa che restituisce un approccio e una visione aziendale all’avanguardia: una sfida che Welfarebit raccoglie di anno in anno con l’obiettivo di massimizzare le conversioni dei crediti messi a disposizione dell’azienda da parte dei dipendenti.
Sulla base di un puntuale screening dei dati, raccolti attraverso la nostra piattaforma di erogazione di beni e servizi, siamo intervenuti per illustrare le potenzialità ancora inespresse, ma anche le funzionalità dell’applicazione e più in generale per proseguire un percorso di formazione che deve costantemente accompagnare le realtà che decidono di investire sul welfare con la convinzione che migliorando la qualità della vita dei dipendenti si favorisce la qualità della produzione o dei servizi erogati. 

La risposta alla due giorni di meeting è stata pari a un +13% delle conversioni dei crediti welfare. Un buon risultato su cui i nostri professionisti e consulenti potranno lavorare per pianificare i prossimi step di affiancamento. 

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